Nonostante il dramma della pandemia continuano intimidazioni, aggressioni e vandalismi dei fascisti: sono spesso in primo piano sul web, imbrattano lapidi, e addirittura di recente attaccano iniziative da remoto, cioè le teleconferenze, dando vita a provocazioni e insulti. Ove dovesse scoppiare nei prossimi mesi una grande crisi sociale resa ancor più difficile e complessa dalla pandemia - di cui non si vede ancora la conclusione - i fascisti saranno presenti per rimestare nel torbido. Di fronte a tutto questo, la stessa legislazione vigente si mostra spesso impotente, anche a causa di non pochi contrasti giurisprudenziali.
L'ANPI sta lavorando da tempo attorno a queste problematiche e studiando i modi migliori perché tutte le istituzioni siano impegnate nell'antifascismo, di cui è largamente impregnata l'intera Carta costituzionale. Proseguiamo nello sforzo di pervenire ad una serie di proposte di respiro, idonee a riempire ogni vuoto ed a rendere più efficaci i vari mezzi già vigenti. Il nostro libro “Antifascismo quotidiano”, recentemente pubblicato, è uno strumento di lavoro per individuare i problemi ed indicare possibili soluzioni. Ci aspettano ulteriori e ravvicinati impegni in questa direzione.
Abbiamo scelto la strada, anche se impegnativa, di un intervento complessivo, perché le soluzioni parziali e limitate sono troppo spesso destinate all'insuccesso, in un Paese in cui l'iniziativa popolare non ha ancora trovato un ascolto serio, come è dimostrato dal silenzio che da anni copre la presenza in Parlamento di un disegno di legge promosso dalla CGIL e corredato da oltre un milione di firme.
La proposta di legge di iniziativa popolare di cui siamo venuti a conoscenza tempo fa è generosa e manifesta una chiara volontà antifascista, ma è parziale e specificamente incentrata sulla produzione di gadget. Firmare, come hanno fatto alcuni iscritti all'ANPI, a sostegno di tale proposta di legge, è comunque un segno di partecipazione civile e di scelta antifascista.
Comprendiamo che iniziative dirette a incidere su aspetti particolari della presenza fascista possano suscitare interessi ed illusioni; ma la realtà ci dice che oggi c'è ben poco spazio per iniziative pure ispirate a finalità legittime e comprensibili, ma irrimediabilmente incomplete e destinate a cadere nel silenzio.
Va fatto uno sforzo di lunga lena, pretendendo l'applicazione delle varie leggi già esistenti, compreso l'art. 9 della legge Scelba, che impegnava la Repubblica a far conoscere nelle scuole che cosa fosse stato il fascismo e che non è stato mai applicato.
C'è l'urgenza di definire altre e nuove fattispecie di reato, in particolare sui social e nelle teleconferenze. A questo proposito occorre, tra gli interventi più urgenti, ampliare gli attuali limitati compiti di indagine della polizia postale, responsabilizzare giuridicamente i providers, conferire ai giudici il potere di ordinare l'oscuramento dei siti e dei profili Fb fascisti.
Vi è poi l'emergenza di un intervento più incisivo sulle competenze amministrative e sugli interventi preventivi, ad esempio in tema di elezioni, a proposito dell'ammissione delle liste elettorali che abbiano riferimento a simboli o a parole d'ordine del fascismo o che comunque facciano riferimento al fascismo e della concessione di spazi pubblici a queste formazioni.
La vera battaglia antifascista deve condursi su due piani: da un lato, nel superamento della frammentata e parziale disciplina legislativa oggi vigente, con provvedimenti tali non solo da colmare specifici vuoti, ma da dare continuità e coerenza all'intero sistema; dall'altro lato, nell'impegno quotidiano di ciascuno a far conoscere che cosa è stato il fascismo del tragico ventennio, nonché a combattere, con i mezzi della legalità e della democrazia, ogni forma di “nuovo fascismo”, comunque si atteggi e comunque si presenti, impegnando tutte le forze nell'attuazione dei principi fondamentali della Costituzione
LA SEGRETERIA NAZIONALE ANPI – 2 febbraio 2021